sabato 19 settembre 2015

Recensione "La torre del gigante" di Gianluca Malato





Sinossi
Lo stregone Attichus ha imprigionato re Keradas per costringerlo a rivelare i segreti delle più antiche magie elfiche.
Il re sa bene che il cuore del mago è malvagio e continua a rifiutare, sebbene Attichus abbia devastato il suo regno e disperso il suo popolo.
Dove un tempo vivevano gli elfi, adesso gozzovigliano gli orchi.
L'altissimo e splendido palazzo reale si è trasformato nella dimora di un feroce gigante che sorveglia costantemente le rovine
dell'antico regno grazie a una magica pietra. Il re, intrappolato nella sua prigione da un incantesimo, osserva impotente la rovina
della sua terra. Ha un solo modo per liberarsi: rubare l'Occhio del Gigante, la preziosa gemma che può aprire la cella nella quale
egli è imprigionato. Solo un ladro esperto e astuto può sottrarre questa pietra dalla fronte del gigante e permettere così a
Keradas di sconfiggere Attichus, riscattare il regno e ridare una casa al suo popolo. Riuscirà l'abile fuorilegge Korgath a infiltrarsi
nella torre del gigante e a rubargli la gemma?


Recensione
Il mondo fantastico di Gianluca Malato è popolato di creature magiche, caverne buie piene di pericoli e avventurieri a caccia di favolosi tesori, non per desiderio di gloria o per nobili ideali, ma solo per il proprio tornaconto personale. 
Dimenticate la figura dell'eroe senza macchia e senza paura disposto a sacrificarsi in nome di qualche nobile causa, i protagonisti dei romanzi Sword and Sorcery non sono così e Korgath, ne "La torre del gigante" non fa eccezione. Infatti lui è un fuorilegge, un ladro per la precisione, ma con una sua etica che lo rende più onesto di tanti altri. 

La figura di Keradas, il re elfo custode di un'antica magia, domina le pagine del libro con la sua integrità morale e la sua profonda bontà. Inoltre, il fatto di essere caduto in disgrazia, gli attira immediatamente la simpatia del lettore. Inutile dire che ho tifato per lui per tutto il tempo. 

Nato come romanzo per ragazzi, "La torre del gigante" può essere letto piacevolmente da tutti. La scrittura è fluida, pulita, senza inutili fronzoli, e la lettura scorre veloce anche perché si tratta di un romanzo breve. 
Con descrizioni accurate e mai noiose, l'autore riesce a ricreare per noi scene d'azione perfettamente credibili, duelli magici,  e tutto un mondo fantastico dove si possono vivere emozionanti avventure.
Anche stavolta l'autore ha "confezionato" una bella storia, ricca degli elementi giusti per far breccia nel cuore degli appassionati.  

G. Malato sarà certamente apprezzato da quanti amano il fantasy classico, ricco di orchi, giganti, elfi, nani e soprattutto tanta, tanta magia. 

E per conoscere meglio l'autore, ecco una breve intervista!
Com'è nato Gianluca Malato scrittore?
E' nato assolutamente per caso. Un giorno mi sono detto "ehi, sarebbe fico scrivere un romanzo fantasy". Da allora non ho più smesso e non intendo farlo.
Quant'è importante la scrittura nella tua vita?
Molto importante. Non è solo qualcosa che mi diverte, ma è ciò che mi definisce realmente. Io sono uno che scrive. Punto. Non sono uno che usa la scrittura come strumento di catarsi emotiva o come svago. Semplicemente, la scrittura qualifica la persona che sono.
Perché hai scelto il genere Sword and Sorcery?
Perché mi ha sempre appassionato, sin da bambino. Mi piace scrivere di combattimenti e battaglie così come mi piace leggerne. Per questo adoro questo genere.
Ogni scrittore è anche un lettore appassionato. Quali sono i tuoi autori preferiti?
Robert E. Howard prima di tutti, poi Valerio Evangelisti, Massimo Carlotto e H.P. Lovecraft.
Come nasce l'idea di una storia? Come ti organizzi quando scrivi? Segui una scaletta o scrivi di getto?
L'idea nasce per caso. Un fatto di cronaca, un evento, qualcosa che attira la mia attenzione possono innescare una sequenza di meccanismi creativi che danno vita a una storia. Di solito butto giù alcuni appunti preliminari su ciò che voglio scrivere, poi comincio a buttare giù spezzoni della prima stesura, che infine raccordo scrivendo ciò che manca. 
Cosa provi quando inizi a scrivere una storia? E alla fine?
C'è sempre tanto entusiasmo, in ogni fase di lavorazione. Appena arrivo alla fine penso già alla prossima storia da scrivere. Ormai ho ingranato bene e scrivo abbastanza frequentemente e con le idee chiare. Non ho più la "sindrome della pagina vuota". Semmai ho il problema opposto, ovvero scegliere cosa scrivere tra le tante cose che ho in mente.
Parlaci dei tuoi  sogni e progetti.
Mi piacerebbe poter fare lo scrittore per mestiere. Come progetti ho tantissimi romanzi da scrivere. L'anno prossimo vorrei partecipare al Premio Urania. Nel frattempo lavoro all'editing di alcune storie che saranno pubblicate a breve  

Per andare al sito dell'autore cliccate su Gianluca Malato

L'autore
Gianluca Malato è nato a Erice nel 1986. Scrive per diletto sin dall’età di 16 anni,

pubblicando romanzi brevi e racconti di genere fantastico in vari siti Internet

specializzati.

Dal 2008 collabora come redattore con il giornale online Fantascienza.com, per il

quale scrive notizie sul mondo del cinema e articoli di divulgazione scientifica,

inoltre ha collaborato con il portale Silenzio-In-Sala.com, con la rivista Fantasy

Magazine e con il blog Ossblog.it.

Trasferitosi a Roma, si laurea in Fisica Teorica con indirizzo Meccanica Statistica dei

Sistemi Complessi presso l’Università “La Sapienza”, trovando successivamente

lavoro nel settore informatico.

Nel 2014 pubblica con la formula del self-publishing una seconda edizione del suo
primo romanzo Il Golem. Nello stesso anno la rivista Fantasy Magazine pubblica il

suo racconto di genere sword and sorcery Razziatori di tombe, ambientato nello

stesso contesto fantasy del romanzo Il cuore di Quetzal, sempre del 2014 ed edito da

Nativi Digitali Edizioni.


Sito Web: www.gianlucamalato.it
E-mail: gianluca@gianlucamalato.it
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#GianlucaMalato #Latorredelgigante

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